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Oggi viviamo nel pieno dell’era dell’informazione, della condivisione e della digitalizzazione, dove i Big Data la fanno da padrona. Ogni nostra azione o movimento possono essere tracciati, mappati e monitorati grazie ad algoritmi, tecnologie e strumenti digitali che agiscono nascosti, quasi sempre invisibili ai nostri occhi.

Tra controversie più o meno complesse, stiamo tutti prendendo consapevolezza del potere che hanno e avranno sempre di più i nostri dati. «Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità» e, in questa visione, i dati e le informazioni sono diventate una delle “armi” più potenti a nostra disposizione. Citando l’analista e matematico Clive Humby:

Siamo nell’era della quarta rivoluzione industriale dove i dati sono il nuovo petrolio.

Questo perché, oggi più che mai, l’informazione e la conoscenza sono diventati fondamentali per guidare le scelte e la vita delle persone, delle aziende e delle organizzazioni che sono sempre più veloci, dinamiche e complesse. Non a caso aziende tecnologiche come Google, Facebook o Amazon sono in continua crescita e dominano il mercato mondiale, non solo dal punto di vista economico. Ogni volta che cerchiamo un’informazione di una qualsiasi tipologia, in queste piattaforme, troviamo sempre una risposta alle nostre domande e, in cambio, siamo disposti a lasciare i nostri dati.

Su questi modelli tutto il mercato si sta plasmando.

Al di là di questa macro-visione generalizzata, che per alcuni può sembrare quasi apocalittica, dobbiamo, prendere in considerazione anche l’altro lato della medaglia: il mondo non è solo Big Data, Big Company, controversie e pratiche agli occhi di qualcuno poco corrette e trasparenti, ma anche di più piccole aziende, organizzazioni e persone che vogliono portare il loro contributo utile e positivo nella società.

Ed è proprio per queste che dobbiamo portare cultura e metodologia del dato, per fare in modo che anche per loro possa essere qualcosa di utile e positivo.

Nel nostro lavoro di consulenti di marketing scientifico incontriamo quotidianamente aziende che hanno una gran voglia di saperne di più su come raccogliere e utilizzare i dati per migliorare il loro business.

Oppure incontriamo aziende che hanno già una grandissima mole di dati e informazioni, ma non hanno ancora idea di come poterli utilizzare al meglio.

La prima cosa che diciamo loro e che ribadiamo costantemente come un mantra è che i dati non sono il fine e nemmeno la soluzione. I dati possono essere un mezzo e uno strumento per raggiungere quel fine. In secondo luogo, che i dati sono utili solo nella misura in cui aiutano le persone e le aziende a prendere decisioni migliori in meno tempo.

E, infine, ricordiamo loro che, prima di definire quali, quanti e in che modo raccogliere i dati, è fondamentale chiarire lo scopo e gli obiettivi per i quali i vogliamo raccoglierli, ma soprattutto definire i princìpi e gli algoritmi decisionali che ci guideranno nell’analisi e nell’utilizzo di quei dati.

Nello specifico, del nostro caso, in Surf the Market, ci occupiamo di analisi e strategia per il posizionamento dinamico di brand attraverso il Framework di Surf the Market, che unisce il metodo scientifico con i princìpi del marketing scientifico e la metodologia Agile.

Il nostro scopo, dunque, è comprendere la percezione che le persone hanno di un brand con l’obiettivo di definire la migliore strategia di posizionamento che dovrà avere nella mente di uno specifico target di persone. Per farlo, raccogliamo dati qualitativi e quantitativi sulla percezione attraverso la nostra metodologia che ha dato vita anche al nostro Framework.

Avendo ben chiaro e definito il perché, il come e il cosa, ci risulta semplice e naturale capire anche quali, quanti e dove raccogliere questi dati, ma, soprattutto, saperli leggere e analizzare per trasformarli in conoscenza utile e allineata allo scopo e agli obiettivi.

Come abbiamo detto, la semplice raccolta dei dati attraverso analisi qualitative e quantitative non è la fine del processo. Dopo averli raccolti, infatti, dobbiamo anche visualizzarli per poterli trasformarli in conoscenza strategica per poi agire operativamente. La quarta fase del nostro Framework di Surf the Market, dopo le prime di analisi dell’ipotesi interna, analisi qualitativa e analisi quantitativa è proprio quella che definiamo data visualization.

Che cos’è e come funziona la Data Visualization?

Grazie alla nostra piattaforma proprietaria Surf the Market, che unisce tecnologia e metodologia, possiamo visualizzare visivamente i risultati delle indagini di analisi quantitativa grazie agli algoritmi del marketing scientifico.

In primo luogo, possiamo subito visualizzare il quadro strategico che unisce le nostre tre dimensioni di analisi: significatività, sostenibilità e distintività.

Il quadro strategico, infatti, ci indica il ranking dei bisogni, ovvero ordina, da sinistra verso destra dell’asse orizzontale, i bisogni più percepiti, dal più significativo al meno significativo.

Sull’asse verticale possiamo, invece, osservare la sostenibilità, ovvero quanto siamo bravi, in una scala da 1 a 10, nel rispondere positivamente a ogni specifico bisogno.

Sempre osservando l’asse verticale, possiamo osservare anche la distintività, ovvero quanto sono bravi, nella stessa scala, i nostri concorrenti a rispondere a quello stesso bisogno.

Unendo queste tre dimensioni sui due assi cartesiani, possiamo osservare il risultato della nostra curva del valore e la curva del valore dei nostri concorrenti. In questa direzione, la piattaforma ci indica visivamente anche tutti i fattori strategici:

  • il Fattore X, fattore su cui puntare per competere ed emergere nell’affollato mercato in cui ci muoviamo, ovvero quel fattore che soddisfa, al tempo stesso, tre requisiti: significatività (deve risultare interessante per il cliente), sostenibilità (deve essere un fattore nel quale si è davvero bravi) e distintività (un fattore nei quali il nostro target ci percepisce come migliore rispetto ai nostri concorrenti).
  • il Fattore PR, una variabile nella quale la nostra azienda dimostra di essere migliore, o tutt’al più uguale, ai nostri concorrenti, ma che, al momento, non risulta essere significativa, ovvero rilevante, interessante per il nostro cliente.
  • il Fattore R&D, un fattore significativo, cioè rilevante, importante per i nostri clienti, nel quale il nostro prodotto, servizio o brand, risulta inferiore o, tutt’al più, uguale ai nostri concorrenti.

In secondo luogo, la piattaforma ci permette di visualizzare anche il grafico dell’Utilità, ovvero la misura del valore percepito da parte del nostro target, combinando il valore della significatività e il valore della sostenibilità, indicandoci, in un grafico, la dimensione del valore realmente creato per il nostro target.

Infine, la piattaforma ci permette di visualizzare, anche attraverso dei grafici a torta, tutte le risposte alle singole variabili iniziali di profilazione e alle domande finali, che abbiamo precedentemente inserito nella nostra indagine quantitativa e inserire uno o più filtri avanzati, sia nel quadro strategico che nei grafici a torta, delle variabili di profilazione, per permetterci di entrare ancora più nello specifico e isolare, per ciascuna variabile, i dati specifici ed osservare in modo dinamico e automatico le risposte.

A che cosa serve la Data Visualization?

La piattaforma Surf the Market, con il suo tool di data visualization, ci permette di osservare, incrociare e isolare i dati ottenuti dalle indagini di analisi qualitativa in modo agile, diretto, dinamico, automatico e di mantenere la nostra promessa: prendere più decisioni migliori in meno tempo, rispondendo a tutte le domande di ricerca dei nostri progetti. Se ti interessa saperne di più sulla nostra piattaforma proprietaria Surf the Market che unisce metodologia e tecnologia attraversi gli algoritmi del marketing scientifico, scopri la pagina dedicata.